domenica 31 ottobre 2010

festa di Ognissanti

Il sole è ormai calato, ma non siamo ancora in fascia protetta, quindi mi pare il momento adatto per porvi un quesito che mi angoscia da tempo.
Tutti sappiamo che ci sono domande a cui l'uomo cerca di rispondere da sempre, le classiche sono: dove andiamo? Da dove veniamo? Perché l'unico punto dell'universo dove è possibile osservare il vuoto assoluto si trova nella testa di Flavia Vento?
Ma c'è una domanda che ogni anno in questo periodo mi faccio:
qual è la famiglia che rappresenta al meglio i "valori" di Halloween? Munsters o gli Addams?


Personalmente credo che Morticia e Lily siano alla pari, come Fester e il nonno, mentre Gomez, Pugsley e Mercoledi secondo me vincono nettamente sui corrispettivi Munster, ci sono poi tutti quei personaggi secondari che ruotano attorno alla famiglia Addams (specialmente il cugino It) che mi portano ancora di più a preferire loro, ma c'è un problema, gli Addams, infatti, al contrario dei Munsters, non sono mostri, o quantomeno non lo dicono mai esplicitamente.
Sono forse i Munsters i veri rappresentanti dei "valori" di Halloween?
Mi serve un vostro aiuto, è una domanda che mi assilla da anni.

Ah, passate buon Halloween (esisterà come augurio?)!

Bert

banalità

L'altra sera stavo guardando Julie & Julia, il film è abbastanza carino, e comunque lei mi piace sempre.
Questo film mi ha fatto capire che non sono tanto paranoico quanto pensavo, infatti, le reazioni della protagonista ai primi momenti di vita del suo blog, al primo commento e il suo sentire una sorta di legame con i suoi "lettori", mi hanno tranquillizzato. Pensavo di essere l'unico al mondo ad essersi posto il problema dell'utilità di un blog in cui si parla di sé, ma quando ho scoperto che le mie reazioni sono state talmente banali da essere le stesse di un personaggio di un film, ho fatto scendere il mio livello di allarme pazzia da rosso a giallo... mi sono dovuto ricredere, pensavo di essere sulla buona strada per una clinica psichiatrica, ma sembra sia ancora presto, manifesto ancora qualche comportamento "normale" (fortunatamente?).
 
Allego un comodo folliometro quasi funzionante (la zona verde è rotta, ma tanto io non la uso mai).
La scala utilizzata per la misurazione della follia è la scala standardizzata Bert, ogni spicchio del folliometro equivale a mezzo Bert, un Bert vale esattamente il 215,37% della follia presente in una persona sana di mente.

 PS: siccome su un altro canale stava per iniziare Notorious, non ho visto il finale di Julie & Julia... se qualcuno l'ha visto mi dice come finisce?

Bert

sabato 30 ottobre 2010

la piccola fiammif... presentatrice avon

Era la notte dell'ultimo dell'anno a Umpaeselontanolontano*. Una ragazza, una presentatrice Avon, camminava da sola per strada, cercando disperatamente di raggiungere la quota di vendite minima che le avrebbe permesso di essere pagata. Le sue solite clienti avevano speso fino all'ultimo centesimo per regali e cenoni e non le erano state di alcun aiuto, e in strada non c'era nessuno a cui appioppare il nuovissimo lucidalabbra al gusto di cane bagnato.
Forse era il momento di tornare verso casa, dove la attendevano certamente una tombolata e un trenino al ritmo della temuta Disco Samba.


Il solo pensiero del trenino, unito a quello della mega direttona di Capodanno, con tanto di conto alla rovescia, la fece desistere da quella malsana idea, ma in strada era freddo, tanto freddo.
La povera ragazza, per cercare di scaldarsi, decise di aprire una confezione di smalto urticante al peperoncino, una rapida sniffata ed ecco che una sensazione di calore le invase il corpo, apparve davanti a lei, come per magia, un contratto di lavoro a tempo indeterminato; l'effetto dello smalto svanì presto, e con esso anche la visione del contratto, ma quella visione era così bella, era così reale...
Prese tutti gli smalti invenduti, si fece coraggio, sapeva che quello che stava per fare l'avrebbe portata ad un passo dal coma irreversibile, li aprì e inspirò il miscuglio di esalazioni tossiche che fuoriuscivano da quelle innocenti confezioni colorate.

In un momento vide cose inimmaginabili: una laurea che si rivelava essere utile, dei politici che cercavano di fare il bene di Umpaeselontanolontano, Barbara d'Urso che dava l'addio al mondo dello spettacolo, Maurizio Costanzo che riusciva a pronunciare in modo comprensibile la parola "supercalifragilistichespiralidoso" senza sputare; insomma tutte quelle cose che aveva sempre sognato.

La mattina seguente fu trovata svenuta da un gruppo di venditori di Folletto, era completamente coperta di smalto, loro capirono immediatamente cosa fosse accaduto, portarono la poverina al più vicino ospedale, in pochi giorni si ristabilì, ma la sua mente rimase segnata per sempre da quell'unica terribile sniffata.

Ancora oggi la ragazza vaga per Umpaeselontanolontano profetizzando l'avvento di un mondo nuovo, il mondo della sua visione, un mondo realizzabile (tranne la parte riguardante Costanzo, in quel caso la visione era veramente troppo distante dalla realtà) attraverso gli sforzi di tutti; è pazza e ovviamente nessuno la ascolta.

*Umpaeselontanolontano: 4567891 m slm, abitanti svariati, è una cittadina della provincia di Impostolandia, nella regione di Fasullia, conosciuta come la Hollywood de noantri, è nota soprattutto per essere la storica residenza di numerosi personaggi famosi inventati, come ad esempio il figlio illegittimo che Biancaneve ebbe da Mammolo o il Fuso Orario (nipote del Fuso della Bella addormentata nel bosco) solo per citarne alcuni.

Bert

venerdì 29 ottobre 2010

l'arte della guerra oggi

L'originale dovrebbe iniziare all'incirca così:
Gli affari militari sono un'importante questione di stato; il terreno su cui si giocano vita e morte; il Dao del permanere e del perire. Non analizzarli è dunque impossibile. A tale scopo si stabiliscono cinque punti confrontandoli con una serie di valutazioni per indagare la realtà dei fatti.
Il primo punto viene chiamato Dao; il secondo Cielo; il terzo Terra; il quarto Comando; il quinto Regola.
Il Dao (o Tao, dipende dal testo da cui copio) è tutto ciò che porta l'armonia tra il popolo e i suoi capi, ai giorni nostri mi sembra riassumibile in queste 13 semplici regole:

1.      fare grandi promesse (tanto se non le manterrai, troverai qualcuno da incolpare);
2.      avere un "nemico", anche se le tue idee sono praticamente identiche alle sue;
3.      avere una mentalità talmente aperta da cambiare alleati anche ogni giorno, in modo che non si capisca più quale sia l'Eurasia e quale l'Estasia;
4.      instillare nel popolo dubbi e paure verso il nemico;
5.      fare leva sui valori morali in voga in quel momento;
6.      negare sempre che il vero motivo della guerra è farsi i fatti propri (a volte neanche troppo di nascosto);
7.      trovare un nome più orecchiabile alla guerra, tipo "missione di pace";
8.      convincere il popolo che la guerra non comporterà danni per i civili;
9.      usare un avvenimento di cronaca per dare il via alla lotta;
10.  affermare sempre di essere stati attaccati per primi;
11.  addestrare orde di insospettabili folli;
12.  assicurarsi che ci sia qualcosa che Bruno Vespa possa trasformare in un plastico;
13.  utilizzare in ogni modo, anche senza motivo, tutti i mezzi di comunicazione possibili.

Cielo e Terra nel 500 a.C. rappresentavano le condizioni climatiche, le distanze e la configurazione dei terreni. Oggi in generale, si potrebbe dire che ognuno guarda solo ed esclusivamente il proprio pezzo di cielo e il proprio pezzo di terra.
Ovviamente se qualcuno dovesse lamentarsi di qualcosa, la colpa sarà di qualcun altro, della serie "piangi come un agnello sacrificale e pungi come una vespa incazzosa".

Il Comando è definito in questo modo:
Col termine Comando, intendo le qualità di saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.
Sun Tzu
Se le cose stanno così, direi che ne facciamo allegramente a meno.

Col termine Regola, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.
Sun Tzu
Detto questo, mi sento di affermare che oggi la Regola non è cambiata assolutamente, infatti, gli ufficiali vengono nominati per chiari ed evidenti "meriti" e la gestione dei mezzi di sussistenza non è un grande problema, semmai la spartizione potrebbe dare luogo a qualche discussione.

La padronanza di questi punti dovrebbe portare alla vittoria, e la loro analisi ad una previsione dell'esito della guerra. Esaminando i punti di cui sopra, si può notare come la guerra di oggi sia piuttosto differente da quella del 500 a.C., inoltre, non è molto chiaro come riconoscere una fazione dall'altra, e questo direi che è un bel dilemma, di cui Sun Tzu non si preoccupava. Probabilmente a quel tempo queste differenze erano più chiare, le alleanze potevano cambiare, ma si riusciva sempre a capire che ognuno aveva un pensiero, e un modo di vedere le cose ben preciso.


Sottoscrivo le parole di Stan.

Citazioni a caso da L'arte della guerra:
Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano e il morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le città, le loro forze si esauriscono in fretta.
Non vi è mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.

Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una guerra, non saprà neppure mai valutare correttamente i vantaggi che se ne traggono.

Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.

Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.

Perciò dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se fari così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo”.
Sun Tzu

PS: La leggenda narra che l'Esercito degli Stati Uniti abbia incluso l'Arte della guerra fra le opere che devono essere presenti nelle biblioteche delle singole unità, per la formazione continua del personale... ammetto di averne letta solo una parte, ma, in base a quello che ho capito, mi chiedo se qualcuno dell'esercito USA abbia mai aperto questo libro.

Bert

giovedì 28 ottobre 2010

rehabitudini

Oggi ho scoperto di essermi disabituato a queste cose:
  • uscire di casa quando fuori è ancora notte;
  • incontrare per caso gente che non vedo da anni;
  • capitare di fronte all'unica porta rotta del treno (che era ovviamente pieno, ma questo è normale);
  • salire in metropolitana, trovare lo spazio necessario a respirare e rischiare più volte di cadere, perché non so dove reggermi;
  • arrivare in facoltà quando le luci sono ancora spente;
  • dover aspettare per cinque ore il professore con cui devo parlare;
  • essere abbastanza fiducioso alla fine della chiacchierata.

Una mezza giornata che mi ha riportato indietro di circa un anno.
Ritornare alla mia ex quotidianità non è stato troppo male, ha funzionato un po' da terapia di riabilitazione; mi sento più sereno.

Bert

mercoledì 27 ottobre 2010

svuotamento

Oggi mi sono fatto coraggio e ho ricominciato svuotare la mia camera.
Ho riesumato dalla mia scrivania una "verifica di scienze", che tra poco diventerà maggiorenne, e un numero svariato di temi risalenti ad epoche remote; basta, butto tutto.

In questo momento le preoccupazioni maggiori non mi sono date dai teenager citati poco fa, ma dai libri, e parlo dei libri su cui ho studiato e, ancora di più, di quelli che ho comprato, ma non ho mai trovato il coraggio di aprire; sono troppi, veramente troppi, e gli scatoloni pieni di libri pesano. Le alternative sono spezzarsi la schiena o fare un numero imprecisato di piccole scatole semivuote, che corrisponderanno ad un numero imprecisato di viaggi inutili e semivuoti... ma perché ancora non è semivuota anche la mia stanza?

Questa non è la mia situazione, ma mi sembra quasi che lo sia.
Guardandomi intorno mi sembra di non avere fatto niente, se non alzare una quantità infinita di polvere, che, grazie ad un mio superpotere, meglio noto come allergia, potrei scovare anche senza l'ausilio della vista.
Finirà mai questo trasloco?

Ditemi di sì, per favore, ne ho bisogno.

Bert

martedì 26 ottobre 2010

sull'ispirazione [complemento del post precedente]

Un'antica epigrafe Ittita, che negli anni '90 apparve in numerosi diari scolastici, recita più o meno così:

"La vita è fatta a scale, c'è chi le scende e c'è chi le sale, io ti auguro con tutto il cuore di salire in ascensore."
Anonimo ittita
Bene, in questo momento il mio problema è proprio la scala, e non intendo la scala metaforica degli Ittiti, ma una scala teoricamente realizzabile e utilizzabile. Come farla? Come non farla? Come incastrarla nello spazio che ho a disposizione?
Forse il problema reale non è nemmeno la scala, anzi, credo che sia solo la manifestazione del mio stato di delusione/frustrazione/confusione.

M. C. Escher (1953), Relatività, litografia
Nel giro di cinque mesi ho cercato di definire tre differenti soluzioni, e ogni volta vedevo che il mio lavoro non veniva minimamente preso in considerazione, come se non ci fosse niente di buono; sono partito da un'idea piuttosto chiara e sono arrivato al vuoto totale. Ovviamente posso avere sbagliato, ma magari una spiegazione mi farebbe comodo; ricominciare da zero per 4 volte di seguito mi ha leggermente destabilizzato, tanto che ormai non riesco ad avere idee che non siano imbarazzanti... una cosa stranissima per me, di solito le idee iniziali sono talmente tante che devo concentrarmi per scegliere quella giusta, invece adesso mi trovo di fronte ad un foglio bianco, e non so immaginare niente di lontanamente decente.
Comunque sono fiducioso, perché tutto cambia, quindi sono convinto che questa mancanza di ispirazione passerà.


PS: fantastica Mercedes Sosa

Bert

piccole montagne crescono

Oggi mi sento un po' così:
"In questo momento sto scalando il Kilimanjaro studio scalo spiccono sudo scarpino sospiro svacco svengo smembro salgo strepito scavalco scendo scoscendo scateno scotenno sgolo stendo stufo stingo sondo sventro stronco stingo stanco stecco singhiozzo stacco sguscio strappo scandaglio stento strillo stramazzo!"
Anche se il mio Kilimanjaro non è neanche lontanamente paragonabile al suo.


Cavolo quanto la ammiro!

Bert

lunedì 25 ottobre 2010

accuse infamanti

Ultimamente sono stato accusato di un crimine terribile... mi hanno detto che trucco i televoti.
Questo non è assolutamente vero, e continuerò ad affermarlo con forza fino alla prossima pausa pubblicitaria!

Reperto A

Sebbene il reperto A sia stato trovato nella mia camera da letto, io non ne so niente, mi hanno voluto incastrare...
C'è la pubblicità, pubblicità!
Maria De Filippi
Bert

plin plin

Ammetto di bere molta acqua, ma non voglio fare tanta plin plin per essere pulito dentro e bello fuori.
Non capisco perché eliminare delle scorie ci dovrebbe rendere più puliti e belli, qual è il vero messaggio di questa pubblicità?
Le mie interpretazioni sono 3:

1) Eliminando quello che non ci serve ci sentiremo meglio.
Se il messaggio fosse questo, beh, scusate, ma non lo capisco... se siete tanto bravi da dare consigli di vita, perché non mettete in commercio un'acqua che non generi sprechi? È facile parlare e dire cose scontate, ma un esempio pratico sarebbe sicuramente più incisivo che quattro parole confuse messe in fila!

2) Nascondete in un buco quello che avete di brutto.
E qui mi sento chiamato in causa. Sinceramente che cosa c'è di male nell'avere dei difetti, qualcosa di non "giusto", di non necessario, qualcosa che chi ha ideato questa campagna pubblicitaria definirebbe brutto? Per esempio io sono basso, vogliono forse suggerirmi che per questo dovrei andare a nascondermi, perché alto è bello? Che poi questa dicotomia bello/brutto sinceramente non riesco proprio a concepirla, mi sembra di una stupidità infinita, significa forse che chi viene definito bello è migliore degli altri?
Ammettiamo per assurdo che sia così, chi conferisce il titolo di "bello"? Dopotutto è semplicemente una questione di gusti e di moda, quindi il bello è un concetto momentaneo e molto personale, per non parlare del fatto che tutti invecchiano e, facendo riferimento al bello prospettato da questa pubblicità, vecchio vuol dire brutto.
A questo punto mi chiedo la bellezza è un valore? Ma soprattutto, ammesso e non concesso che lo sia, perché dovrebbe essere l'unico valore realmente importante? Perché dovrei desiderare di essere bello fuori? Non mi basta essere sano, felice e soddisfatto di come sono? Perché non dicono: "Puliti dentro e felici"? Se sono bello, ma infelice, che me ne faccio della mia bellezza?
Forse i miei sono ragionamenti un po' scontati, ma a volte certe cose che sento mi fanno diventare scontato, talmente scontato da sembrare una telenovela colombiana...


3) Vogliono solo dire: "Comprate l'acqua che dico io!".
E allora perché non dirlo direttamente? Misteri della pubblicità...

In conclusione, ho fatto un po' di ragionamenti sul nulla, probabilmente questo post non farà desistere nessuno dalla ricerca della bellezza a tutti i costi, ma io ho detto la mia, e, se ancora non fosse chiaro, sono orgoglioso dei miei difetti.

PS: i piedi piatti li avrei evitati volentieri.

Bert

domenica 24 ottobre 2010

contorsionismo estremo

Ispirato dal primo (e finora unico) commento al post precedente, ho deciso di cercare di descrivere il mio modo di pensare e quindi anche il mio modo di scrivere.
Anche se il titolo lascerebbe presagire benaltro, tenterò di essere il più chiaro e lineare possibile, dividendo in punti la mia analisi.

1. SUI MIEI SCHEMI DI RAGIONAMENTO

Sebbene la situazione non mi sia ancora del tutto chiara, è certo che ho acquisito da tempo l'incapacità di rimanere concentrato su un solo argomento: il mio talento principale è la distrazione, il divertissement.
La mia testa associa spesso significati inaspettati a situzioni comuni, per esempio mi capita spesso di collegare le parole tra loro solo a causa di come suonano o dei colori che mi ricordano. Quello che vale per le parole vale anche per le situazioni che mi trovo a vivere, mi è capitato di trovarmi in treno da solo (cioè senza persone conosciute intorno) e di iniziare a ridere perchè la mia testa collegava un movimento della persona seduta di fronte ad un viso noto, che era collegato ad un avvenimento specifico, che mi faceva immaginare una scena divertente in cui compariva qualcun'altro ancora... insomma partendo da un uomo seduto potrei arrivare a pensare qualunque cosa, ma veramente qualunque.
Personalmente trovo molto interessanti questi collegamenti apparentemente insensati, e mi piace scoprirne sempre di nuovi, che siano fatti dalla mia testa o dalle teste altrui.

esempio esplicativo: scrivendo quest'ultima frase mi è venuta in mente l'immagine di alcune teste stilizzate, senza occhi, bocca, orecchie e capelli, ma con dei nasi ben definiti. Queste teste fluttuano in uno spazio bianco e vuoto, ogni tanto si scontrano e il loro urto genera degli schizzi di colore ogni volta differenti.

2. SUL MIO MODO DI SCRIVERE

Essenzialmente cerco di scrivere come parlo, e di parlare come vorrei scrivere.
Il limite più grande è la mia scarsa conoscenza delle regole della lingua italiana, per esempio non sono mai riuscito a capire come posizionare correttamente i segni di punteggiatura, questa mia ignoranza da una parte mi lascia una grande libertà nell'uso di virgole, punti, punti e virgole e simili, ma dall'altra mi rende sempre dubbioso sull'effettiva chiarezza del mio messaggio.

3. RIASSUMENDO

Il mio modo di pensare in una maniera inusuale (almeno credo) e la mia conoscenza limitata del mezzo che uso per esprimermi, portano ad una probabilità di fraintendimento piuttosto alta.
Penso che il crearsi di questi equivoci non sia un male totale, infatti, secondo me, la mancanza di chiarezza può lasciare un margine di spazio abbastanza grande all'interpretazione di chi legge (o ascolta), ovviamente non è neanche un'aspetto totalmente positivo.

esempio esplicativo: esprimendo la mia idea durante un esame ho utilizzato la parola "simpatico" riferendomi ad un oggetto inanimato, il mio "simpatico" era riferito alla parola "simpatia" nella sua accezione più arcaica; dalla reazione del professore, ho facilmente intuto che aveva interpretato la mia frase come una stupidaggine da cancellare immediatamente dalla sua testa, mentre io cercavo di esprimere un concetto ben chiaro nella mia.

4. CONCLUSIONI

Con i tre punti qui sopra ho cercato di dire che scrivendo cerco di far capire quello che penso e sono.
Trovo che il commento che ha ispirato il mio post sia il più bel complimento che possa ricevere (almeno qui), se riesco a far perdere qualcuno grazie a (o per colpa di) quello che scrivo, mi fa sperare che un po' di me è riuscito a oltrepassare i miei evidenti limiti tecnici, e sono felicissimo di questo, ovviamente c'è bisogno di qualcuno disposto a interpretare i miei pensieri... non riesco a non pensare ad una cosa: come si è trasformato quello che ho scritto? Cosa è diventato?

Meglio fermarsi, o anche oggi mi perdo tra pensieri inesistenti e non concludo niente con il trasloco (inizio ad odiarlo).

Sospetto di non essere stato chiaro e lineare come mi ero auspicato ad inizio post.

Bert

sabato 23 ottobre 2010

movimentazioni e dipendenze

Senza nemmeno essermene reso conto ieri mi sono ritrovato l'armadio svuotato (poi ho scoperto che le mie 4 cose erano solo state spostate), non mi è importato troppo, fosse per me vivrei sempre in pigiama, ma a volte è necessario cambiarsi, se non altro per non puzzare, almeno non troppo... il giusto.
Il fatto è che questo spostamento di vestiario era la premessa all'inizio del famigerato trasloco, che sarebbe partito ufficialmente questa mattina. Fino ad ora, e spero che la situazione non muti drasticamente, ho dato il mio contributo smontando quello che qualcuno ha svuotato in mia vece, quindi in questo momento mi ritrovo con una stanza mezza vuota (il caso vuole che stavolta la parte mezza vuota sia quella ottimistica)... a guardarla così sembra quasi grande, troppo grande!

Considerando che per me la vera funzione dell'armadio era quella di fungere da supporto per la TV, adesso il mio problema è uno solo: non posso più guardare la televisione mentre sono sdraiato sul letto. Qualcuno potrebbe sottovalutare la gravità del problema, ma sappiate che una cosa del genere può segnarmi per molto tempo, considerando il fatto che mi hanno portato via anche il divano, non so se riuscirò a superare il pomeriggio senza imbattermi in qualcosa da studiare... e questa non è una bella cosa!

La mia idea sarebbe di trasferirmi provvisoriamente in camera da pranzo, che adesso potrebbe essere ridefinita come "stanza vuota con libreria, TV e scatoloni", ma dovrei spostare il letto, e la mia ferrea regola morale che mi impone di non fare sforzi, se non strettamente indispensabili per la mia sopravvivenza, me lo impedisce.

Insomma sono in una fase di stallo diviso tra leggi morali autoimposte, imperativi categorici imposti da altri e necessità innecessarie.

"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me"
Immanuel Kant
Che oppurtunamente interpretata da me diventerebbe:
"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: la televisione sull'armadio e la legge morale dentro di me"
Bert
Per cercare di spiegare la mia teledipendenza sottolineo che sono nato negli anni '80.

Bert

venerdì 22 ottobre 2010

delirio d'incompetenza

io sono uno di quelli che dice "less is more", il minimalismo è la mia vita e cavolate simili, credo che questo blog rappresenti in pieno quello che ho appena scritto... il problema è che ho appena scritto una menzogna!

Ebbene devo ammettere che il minimalismo di questo blog è una condizione imposta dalla mia totale ignoranza di qualsiasi cosa possa lontanamente assomigliare al linguaggio html, e pensare che ho brillantemente (ma brillantemente sul serio) superato un esame di informatica grafica all'università... dico qualcosa di sconvolgente se affermo che, a volte, l'università è una sorta di Monopoly (sì, con la Y)?



Che poi io ho sempre preferito Taboo e Pictionary (soprattutto Pictionary!), e posso vantarmi di riuscire a barare anche lì!
Credo sia una deformazione professionale, infatti, come ogni studente diligente, ho dovuto imparare a barare sin dalla più tenera età, quando rubavo i soldi dalla banca del Monopolino... bei ricordi! Adesso l'unica cosa che riesco a rubare sono voti pessimi e imprecazioni (queste posso anche generosamente elargirle)...

e a questo punto fingendo di non aver detto niente di tutto ciò ritorno all'argomento principale, cioè il minimalismo e la mia incapacità: è possibile che ancora non riesca a inserire la firma automatica nei modelli dei post? Eppure ho tentato, e fallito, più volte!

Con la speranza che questa domanda possa smuovere le vostre coscienze... vi saluto!

Bert

giovedì 21 ottobre 2010

sindrome della particella di sodio

C'è nessuuunooo?
Da queste parti di solito la risposta è: non c'è nessuno (risposta intrinsecamente contraddittoria, ma non fa niente)!
Ammetto di non essere mai stato in grado di scrivere bene e, probabilmente, i miei argomenti non sono neanche troppo interessanti, di questo sono consapevole... in ogni caso ho stabilito che la motivazione non sono io (poco interessante) o quello che scrivo (male), quindi sono andato in giro per il web cercando di scoprire un qualche modo per essere più visibile.
Ho trovato diversi metodi, erano tutti troppo impegnativi per me, ma dovevo incolpare qualcuno. Inizialmente volevo dare la colpa ai miei nonlettori, ma trovavo difficile accusare qualcuno che non c'è... per questa volta, cari nonlettori, ve la siete scampata! La scelta definitiva è stata quindi di incolpare il destino.


Destino... da quanto ne so dovrebbe essere un personaggio Marvel; se lui è il colpevole significa che i Fantastici 4, essendo i nemici del mio nemico, non sono più miei nemici (anche se continuo a non sopportare la Torcia Umana e Mr Fantastic).
Da oggi i Fantastici 4 sono i benvenuti su questo blog, quindi:
ciao John, PaulGeorge e Ringo!

PS: mi rendo conto che John e George non si faranno vedere spesso, ma posso giustificarli

Bert

status quo

In questo preciso momento mi sento come impantanato, le mie giornate si dividono equamente tra studio, funzioni atte alla sopravvivenza e studio.
La conclusione di una giornata tipo è: nulla; il mio studio non è infatti uno studio di tipo mnemonico, dovrei creare qualcosa, ma il vuoto mi ha completamente risucchiato in un mulinello infinito. Fortunatamente nuoto da quando ero piccolo, quindi riesco ancora a non affondare, ma ogni tanto, tra uno sballottamento e l'altro mi viene qualche dubbio: è giusto annullarsi totalmente come ho sempre fatto? Ne vale la pena? È giusto continuare su una strada che forse non è la mia?
Le risposte ovviamente non le conosco, o forse fingo di non conoscerle.

Per non pensare a me ho deciso di aiutare chiunque me lo chiedesse (e se ti fai aiutare da me non stai bene), ma ho trascurato una delle persone a cui tengo di più, l'unica che cerca sempre di vedere cosa c'è sotto la mia pelle verdastra. La cosa più brutta è che lei contava su di me, e ho il terrore di stare per commettere uno dei miei soliti sbagli, sto allontanando qualcuno per paura... paura di cosa poi? Non l'ho mai capito, ma di solito allontano chi sento troppo vicino, penso che sia meglio per loro, come se io fossi uno specchio rotto vivente... probabilmente devo iniziare ad andare in giro con questo cartello appeso al collo:

Non dare confidenza a Bert

Bert

mercoledì 20 ottobre 2010

cose da ricominciare

L'anno scorso, non so per quale motivo, decido di andare qui. Non sapevo niente di pistole e simili, e oggi non ne so molto di più, la prima volta era tanto per provare, e invece... è stato un colpo di fulmine!
Non avrei mai pensato che rimanere fermi a fissare un punto potesse essere così rilassante, in quel momento non c'è niente intorno a te, ci sei tu e il bersaglio [ovviamente anche la pistola], puoi sentire chiaramente il tuo corpo, e ti accorgi che non sei assolutamente in grado di rimanere perfettamente fermo, ma va bene lo stesso... ispiri, lentamente espiri, trattieni il fiato e il colpo è partito... centro o non centro, per me il momento più bello era legato proprio alla preparazione e alla respirazione, da coordinare ai movimenti istintivi della mano e dell'occhio, che si allineavano e disallineavano di continuo, e poi parte il colpo, inaspettato, ti coglie di sorpresa, non sei tu a decidere il momento giusto, arriva e basta. A volte il momento non arrivava mai, e mi ritrovavo ad abbassare il braccio senza aver sparato, ma non era importante, la soddisfazione di aver tentato era comunque tantissima; probabilmente è per questo che non mi sono mai interessato ai grossi calibri, credo.
Quest'anno non ci sono mai andato, un po' perchè la mia compagna di tiro mi ha abbandonato, un po' per colpa mia.
Sembrerà strano, ma mi manca molto.
Ho deciso, a gennaio devo riprendere. Se qualcuno vuole farmi compagnia...

Bert

martedì 19 ottobre 2010

frasi a caso

Il nostro io non è un frammento molto importante del mondo.

Bertrand Russel


Incomincio a scrivere la mia Vita innanzi di sapere se io farò mai cosa alcuna per la quale debbano gli uomini desiderare di aver notizia dell'essere, dei costumi e dei casi miei. Anzi, al contrario di quello che io aveva creduto sempre per lo passato, tengo oramai per fermo di non avere a lasciar di me in sulla terra alcun vestigio durevole.

Giacomo Leopardi



Ettore Petrolini


Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.

Erasmo da Rotterdam


Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.

Luigi Pirandello

 
Non possiamo mai essere certi che l'opinione che tentiamo di soffocare sia falsa; e se ne fossimo certi, soffocarla sarebbe ancora un male.

John Stuart Mill


Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.

Charlie Chaplin 


Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Pablo Neruda


Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti.

Bertrand Russel


Ci vuole più coraggio e forza di carattere per fermarsi o addirittura per volgersi indietro che per andare avanti.

Friedrich Nietzsche


Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla invece in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide".
 
Stanley Kubrick


Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.

Albert Einstein


Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij


Citazioni a caso, ma non troppo, prese, senza sforzarmi troppo, da wikiquote. In ognuna c'è qualcosa che rispecchia quello che penso...

Se qualcuno capisse qualcosa di questo post, è pregato di veniremlo a spiegare.

Bert

lunedì 18 ottobre 2010

neve

Ieri nei vari TG sono ricominciati i servizi sul freddo, iniziavo a sentirne la mancanza, più che altro sentivo la mancanza di un po' di freddo, perchè freddo vuol dire inverno e inverno vuol dire neve e neve vuol dire che si scia!!!
Ebbene si, Bert, definito da People il terzo essere vivente meno atletico al mondo (mi hanno battuto solamente una felce estinta qualche era fa e un bradipo in coma farmacologico), non può resistere di fronte ad una pista innevata, dategli un paio di sci, ma anche uno snowboard (anche se passate esperienze di rotture varie dimostrino che Bert non è proprio portato per la tavola), e lo farete felice!
Ho sempre immaginato che se fossi nato in una località sciistica qualunque a quest'ora la mia vita sarebbe estremamente diversa:
  1. sicuramente sarei diventato un maestro di sci (ovviamente non il classico maestro di sci, sarei stato il più sfigato possibile, ma sempre maestro);
  2. non mi sarei iscritto all'università, dopotutto Alex Schwazer insegna che "qwandonommialèno... mi pvedno cuva del mio latte!";
  3. a quest'ora mi sarei rotto svariate volte gambe, braccia e chi più ne ha più ne metta.
Dite che è poco? Io dico di no!
Comunque la conclusione è: voglio andare a sciare!
Qualcuno vuole venire?


"...È qui! È qui, il posto dove io… vorrei restare per magia..."
Bert

domenica 17 ottobre 2010

Æ [una storia successivamente accaduta]

C'era una volta, in un piccolo paese degli Appennini una ragazza, che, poiché all'epoca dei fatti indossava casualmente una felpa con un cappuccio rosso, per rispetto della privacy, chiameremo Æ.
Æ era una tipica adolescente italiana, sognava di diventare la prossima velina, la prossima GemmaDelSud, la prossima tronista, una ragazza di Amici, la ragazza di un calciatore qualunque o quantomeno sottosegretaria "a qualcosa", ma i suoi sogni vennero infranti dalla noiosissima richiesta di una tizia, che diceva di essere sua nonna... ebbene questa persona, che chiameremo Nonna, chiese alla povera Æ un aiuto, più precisamente pretendeva che Æ le andasse a comprare una fantomatica medicina salvavita che Nonna aveva appena terminato.
Æ, da sempre pronta ad aiutare chiunque, dopo 7 ore, si incamminò verso la farmacia più vicina, comprò la medicina e continuò la sua strada verso casa di Nonna.
 
foto tratta da qui

Casa di Nonna si trovava in una zona abbastanza distante dal centro del paese, e ormai era piuttosto tardi, quindi Æ decise di prendere una scorciatoia che passava proprio nel bel mezzo del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; cammina cammina Æ, ad un certo punto, si sentì osservata, si voltò e vide di fronte a lei, a pochi metri di distanza, un lupo.
Il primo pensiero di Æ fu quello di fuggire, cominciò a correre il più veloce possibile, il lupo la inseguiva, cercò con tutte le sue forze di distanziarlo, ma il lupo era più veloce, ad ogni passo lo sentiva più vicino, le saltò addosso gettandola a terra, a quel punto Æ cercò in ogni modo di liberarsi, vide un bastone, lo afferrò, colpì il lupo con tutta la forza che le era rimasta. Il lupo si staccò da Æ e rimase per un secondo infinito a fissarla.

Durante la lotta tra Æ e il lupo, alcune persone si trovavano a passeggiare nelle vicinanze, sentendo le grida di Æ si avvicinarono, prontamente lanciarono verso il lupo delle scatolette di "cibo per lupi", di quelle pubblicizzate da Anna Moroni, il lupo raccolse le scatolette e fuggì.
Æ, ancora impaurita, ma felice per lo scampato pericolo, si rivolse ai suoi soccorritori con gli occhi pieni di lacrime, e per la prima volta vide il gruppo che l'aveva salvata, erano: Rita Dalla Chiesa, Licia Colò ed Enrica Bonaccorti. Le tre corsero incontro alla povera Æ, la assalirono e la picchiarono fino a quando Æ non iniziò a parlare in una lingua sconosciuta, a quel punto Licia Colò chiese alle altre di indovinare quale lingua stesse parlando, lanciò un servizio sul Canis Lupus Italicus, che spiegava come l'animale fosse protetto... Æ capì immediatamente: la bastonata che aveva dato poco prima al lupo era la causa di quella violenta aggressione; l'unico modo per salvarsi da morte certa era iscriversi a vita ad ogni associazione in difesa degli animali, iniziare a nutrirsi di sole Golia Bianca e barrette Kinder, risolvere tutti i cruciverboni di "Non è la rai", citare in giudizio nell'ordine: i vicini, i genitori, l'amministratore del suo condominio e se stessa; Æ lo fece e si salvò.

Nonna sta ancora attendendo la sua medicina salvavita, che si è rivelata essere uno scatolone formato famiglia di viagra.
Il lupo ha ammesso di essere dipendente da cibo in scatola, ha scelto di ritirarsi in una clinica privata per il tempo necessario a disintossicarsi.

PS: ogni riferimento a fatti e realtà specifiche è del tutto casuale, avevo in testa questa "fiaba" da prima che accadesse questo fatto, e credevo che, in questo caso, l'immaginazione potesse e DOVESSE superare la fantasia, purtroppo non è stato così, il mio messaggio era: a volte una scala di valori totalmente sballata ci fa dimenticare chi ci sta intorno... evidentemente in questo periodo anche il valore della vita umana ha subito una forte svalutazione. Purtroppo. 

Bert


sabato 16 ottobre 2010

cosa sarebbe successo se... [da leggersi con la voce di Enrico Ruggeri]

Ripensavo alle fiabe che si raccontano ai bambini, in particolare a Biancaneve... se una cosa del genere non fosse accaduta "tanto tempo fa, in un Paese lontano lontano", ma oggi in Italia cosa sarebbe successo? Per esempio il principe, chi potrebbe essere? Emanuele Filiberto, anche se è l'unico principe italiano che conosca oltre a "er Principe" Mario Brega, sinceramente spero di no per quella rincretinita di Biancaneve (che poi come si fa a non riconoscere la propria matrigna travestita?), quindi a questo punto sceglierei un politico a caso. Cosa succederebbe se si trovasse di fronte ad una donna addormentata su una panchina?

sedicente Principe: Signorina mi scusi, ma questa panchina è per sedersi.
eventuale Biancaneve: Ma che voi?
P: Le volevo solo dire che la panchina è di tutti e lei la sta monopolizzando.
B: Senti bello non me rompe che ho appena staccato!
P: Veramente, e che lavoro fa?
B: Sto sulla Salaria alle 7 de mattina mezza nuda e ho appena staccato, secondo te?
P: Non so, forse recita in una produzione di Sky?
B: Sì, certo bello, senti tirete un po' più in là, che, visto che m'hai svegliato, almeno almeno cerco de rimedia' qualcosa.
P: Rimediare cosa?
B: Niente, nun poi capì...
P: Ma mi dica di cosa parla!
B: Oddio, ma chi me l'ha mannato questo, guarda tu se una nun pò più batte in santa pace, e prima quelle dell'est, poi l'africane, poi ancora quelle dell'est, poi i travestiti, solo questo me ce mancava!
P: Battere?
B: Sì, a macchina! Quando se ferma una macchina batto.
P: Ah, capisco! Ma perchè non l'ha detto subito che lei è in televisione, eppure gliel'ho anche chiesto, ma forse è una collega?
B: Effettivamente stavolta c'hai ragione, solo che si nun te ne vai subito te corgo!
P: Mi scusi, signorina un'ultima domanda, come posso arrivare a piazza del Parlamento?
B: Si nun te ne vai subito te ce mando a forza de calci!
P: Bene, ma in quale direzione devo andare?

E fu così che il principe fu denunciato per stalking dalla bella Biancaneve, tutte le foto della loro chiacchierata furono pubblicate il giorno stesso da ogni giornale scandalistico del regno e la bella Bianceneve divenne una delle più richieste conduttrici TV del regno.
Il principe sfruttò questa improvvisa visibilità per candidarsi nelle fila di un partito scelto in base ai colori che comparivano nel simbolo, che dovevano assolutamente abbinarsi alla sua carnagione, la denuncia per stalking venne ritirata.

E vissero tutti felici e contenti.

Una stagione televisiva dopo: Biancaneve è tornata al suo vecchio ambito lavorativo, ma ora guadagna milioni nelle vesti di "manager" e "talent scout"; il Principe ha costruito una muraglia impenetrabile attorno alla sua poltrona, cambia opinione di giorno in giorno e, con ogni probabilità, tra qualche anno passerà alla storia del regno come uno degli uomini politici più importanti di sempre.

L'unico problema è che manca un lieto fine... almeno per noi.

Bert

venerdì 15 ottobre 2010

come è andata

15/10/2010... una delle giornate più lunghe della mia vita!
È iniziato tutto ad una certa ora, che chiameremo ora X, ora in cui decido di alzarmi dal letto per prepararmi e partire alla volta della mia "amata" facoltà; stranamente non incontro il solito traffico, trovo un parcheggio senza cercarlo per ore (ovviamente se fosse passato un vigile, al ritorno avrei trovato anche una multa...) e mi ritrovo a destinazione ad un'ora che chiameremo X+1.
Solo a questo punto comprendo che l'assenza di traffico e il parcheggio facile non erano pure casualità: qualcuno ha tramato nell'ombra contro di me! Ebbene il mio programma era chiaro dovendo trovarmi nell'aula che puzza di muffa (anche se oggi la puzza non l'ho sentita) all'ora Y=X+9/2, avevo deciso di arrivare in anticipo per studiare, ma non avevo fatto i conti con la mia nonvoglia di aprire libri, appunti o roba simile, che mi ha spinto a rimanere con i miei amici tesisti...
Questo potrebbe essere considerato il mio ERRORE n° 1 della giornata, infatti, stare con loro per 9/2 di ora mi ha riportato alla mente una delle domande fondamentali dell'uomo:
"Ma io quando la farò questa famosa tesi?"
Non avendo trovato una risposta accettabile mi sono arreso e ho deciso di sommare ansia a ansia (non credendo che "al peggio non c'è mai fine" volevo dimostrare questa mia teoria arrivando a toccare il fondo).
Ore Y, mi presento di fronte alla famosa aula, incontro una mia amica, entriamo.
A questo punto penso che deve solo farmi una domanda, mi chiamerà subito e, nel bene o nel male, finirò presto, mai pensiero fu più sbagliato, questo è stato il mio ERRORE n° 2.
Ore Y+4=X+17/2 lentamente, rimasto ormai ultimo e unico interrogato, mi alzo dalla sedia semisconfitto a causa dell'ERRORE n° 3 (in preda all'ansia ho detto una cavolata senza senso che mi avrebbe potuto portare alla seconda bocciatura consecutiva).
Attendo, senza alcuna speranza di una risposta positiva, e mi sento dire:
"Approvato con 20."
Stupito e felice dell'ERRORE n° 4 (errore di valitazione, ma da parte mia o del professore?), ripenso all'allegra giornata e rispondo:
"Grazie!"
Non voglio più provare un'ansia del genere! Il voto potrebbe fare quasi schifo, ma ormai è mio!
Beh, direi che, tutto sommato, è andata brillantemente*!

*brillantemente: avverbio, in modo che, dopo la bellezza di 8 ore di ansia, sono riuscito a risponedere ad una domanda che non avevo capito, dicendo una cavolata immane, ma uscendo dall'aula con un voto, che ha messo la parola fine ad un incubo. [B. Bert (2010), Bertizionario, Bertlandia, Editori fasulli riuniti]

Bert

come andrà?

Molto probabilmente, mentre questo post verrà pubblicato, io starò soffrendo davanti ad una lavagna che si trova in un'aula che puzza di muffa, cercando di rispondere alle domande che qualcuno mi starà facendo.
Tornando al presente (il mio presente, quindi il passato di chi potrebbe leggere) sono piuttosto dubbioso sull'esito dell'esame, anzi, direi molto dubbioso, considerando che saranno passati appena 11 giorni da quando, gli stessi che mi staranno chiedendo non so cosa, mi hanno bocciato.

[credo di aver creato uno strappo del tessuto temporale e probabilmente mi ci sono incastrato]

Comunque tutto questo per dire che stavolta dovrei essere un po' più preparato e spero di essere anche un po' più fortunato dell'ultima.
Se per caso state passando da queste parti... incrociate le dita per me!

Bert

giovedì 14 ottobre 2010

dite che imparerò?

Premetto che per l'argomento trattato e la drammaticità delle immagini, quello che segue potrebbe essere un post altamente deprimente, se ne sconsiglia la lettura a... probabilmente a chiunque.

Oggi mi è capitato di imbattermi in un paio di telegiornali, e in un paio di servizi che parlavano di una donna, una certa Amma, di cui io (scusate l'ignoranza) non avevo mai sentito parlare.
Che cosa ha fatto di speciale questa donna? Semplicemente abbraccia la gente!
Forse, anche a causa della mia descrizione piuttosto riduttiva, vi chiederete cosa c'è di eccezionale in questo, ma per me è un comportamento che ha dell'incredibile.

Per uno che non riesce a stabilire un contatto fisico, degno di tale nome, neanche con le persone a cui vuole veramente bene, è una cosa eccezionale, è una cosa stupefacente, è una cosa... che vorrei saper fare! Perché in certi momenti un abbraccio è l'unico modo per fare capire che in qualche modo sei lì, e che ci sei per un motivo.
Sono certo che questo è un mio limite enorme, e ammetto di avere avuto una fortuna immensa nell'incontrare qualcuno che ha avuto la pazienza e la voglia di conoscermi, nonostante tutto, però un po' di invidia per chi riesce a dare e ricevere abbracci così naturalmente c'è...

Probabilmente è la paura indotta dall'ansia che mi ha fatto scrivere una cosa del genere, e si sa che
"La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all'ira, l'ira all'odio; l'odio conduce alla sofferenza."
PS: se a questo punto non siete ancora abbastanza depressi sappiate che quella stessa paura mi fa pensare che adesso avrei bisogno di un abbraccio anche io...

Bert

fine → inizio

Credo che sia finalmente arrivato il momento di smettere di presentarmi, o almeno di farlo così esplicitamente... insomma sono finiti gli episodi di presentazione.
Per il momento sarei leggermente impegnato con un esame, lo stesso per la seconda volta in 11 giorni... è un problema se questo post, ha l'unica utilità di avvisare un eventuale lettore dal fatto che prossimamente dovrebbe iniziare il blog?
Mi rendo conto di quanto sia totalmente non-interessante, ma è così!

Ripensandoci, però, giorni fa ho deciso che porto un po' di fortuna (per vari motivi), quindi approfitto dello spreco di spazio, che io stesso ho creato, per fare una cosa:

Bert: "In bocca al lupo, Bert!"
Bert: "Crepi!"

Bert

mercoledì 13 ottobre 2010

ep. 3 - dei miei pregi

Direi che stare ancora a presentarsi al quarto post non è una grande idea, ma qualcuno dovrà pure avere delle idee pessime, e quel qualcuno voglio essere io!

Dopotutto di pessime idee nella vita penso di averne avute abbastanza, ma sono riuscito a metterne in pratica solo alcune, una delle quali, adesso come adesso, è diventata quasi insostenibile... per la precisione posso dire senza timore di improvvise smentite,  di aver sbagliato, anche se di poco, l'indirizzo dei miei studi, ma essendo piuttosto testardo, e visto che inizio a vedere la luce in fondo al tunnel (anche se non troppo bene), continuo imperterrito su questa strada che alla fine potrebbe rivelarsi meno peggio di come vuole apparire.
Questa mia testardaggine mi accompagna da sempre, è quasi una malattia venerea, ma senza l'attenuante di averla contratta in modo piacevole, c'è semplicemente sempre stata, e devo dire che a volte ne sono stato contento.

Detto questo ecco quello che considero il mio unico pregio: riesco a sorridere di fronte a tutto e tutti; diciamo che sorrido anche troppo, e spesso neanche ne capisco il motivo... cosa accade se una cosa mi rende veramente triste? Semplicemente mi fermo, mi guardo intorno e controllo se vale veramente la pena di essere tristi, la maggior parte delle volte la risposta è "no".
In ogni caso, anche se la risposta dovesse essere "si", la scelta obbligata di andare avanti può essere resa più piacevole, se le opzioni sono camminare o saltellare cantando... io scelgo la seconda!


Bert

martedì 12 ottobre 2010

ep. 2 - dei miei difetti

Ho deciso (non capisco perchè, ma l'ho deciso) che il modo migliore per descrivermi è parlare dei difetti di cui sono portatore sano, quindi eccovi i miei primi 10 difetti:
  1. sincero, tanto che a volte faccio male (consapevolmente);
  2. testardo;
  3. in alcuni casi totalmente falso;
  4. difficile da conoscere;
  5. un indeciso cronico;
  6. lunatico;
  7. "non normale" (lo dicono tutti e io lo prendo come un complimento);
  8. spesso incomprensibile;
  9. un menefreghista senza cuore (o almeno così dicono);
  10. logorroico o totalmente silenzioso.
Anche per questi 10 motivi ho deciso di iniziare questo blog, servirà? Non servirà? Chi può dirlo! Io per ora sono fiducioso, in ogni caso "quello che non strozza ingrassa", l'unica certezza è che questo esperimento su me stesso è iniziato, per il resto attendo...

Bert
  PS: durante la sperimentazione nessun Bert sarà maltrattato

lunedì 11 ottobre 2010

ep. 1 - narrant


"Anche se alcuni autori dubitano della sua reale esistenza, la leggenda narra che Bert sia nato alla metà dell'oscuro decennio meglio noto come anni '80, in un punto imprecisato dell'universo nei dintorni di Roma.

Le prime testimonianze della sua esistenza si possono ravvisare in numerosi racconti popolari, che parlano di un piccolo essere di colore olivastro a cui piace dire parole a caso e senza alcun senso, dormire e cercare qualcosa (sebbene sia noto che Bert stesso non sappia cosa cerchi).
Ad una prima occhiata il Bert potrebbe sembrare molto giovane, ma alcuni particolari, come un imprecisato numero di capelli bianchi, il suo "portatile" ( praticamente una tavoletta di argilla) e la passione per le frasi fatte, permettono all'osservatore più esperto la comprensione della sua vera età.

Il Bert negli ultimi anni è stato più volte avvistato negli ambienti universitari, non si capisce bene quale sia la motivazione della sua presenza in quei luoghi, ma si suppone che stia semplicemente cercando il telecomando."
Questa è la descrizione che viene fatta di me da numerose enciclopedie fittizie, ovviamente alcune cose non sono del tutto vere, per esempio se c'è una cosa che non posso non sapere è dove si trova il telecomando, per il resto... beh, a dirla tutta penso che quegli autori che dubitano della mi esistenza non abbiano proprio torto marcio, a volte ne dubito anche io e comunque, in ogni comitiva, c'è sempre quello che dice che in qualche altro universo Bert non esiste, ma visto che non c'è peggior sordo di Bert, io faccio finta di niente e continuo.

A proposito... ciao da Bert e benvenuto a te, chiunque tu sia!

Bert

domenica 10 ottobre 2010

ep. 0 - un inizio a rallentatore

Probabilmente nessuno leggerà questo post, ma lo scrivo comunque, giusto per chiarire che il mio blog nasce nel momento meno opportuno (dopotutto chi mal comincia...), quindi non so quando inizierò realmente a postare, vista la mia proverbiale prigrizia e il fatto che avrei delle cose "serie" da fare, nel frattempo stay tuned!

Bert